La benedizione di avere 0 spettatori

La benedizione di avere 0 spettatori

Posso dire di creare contenuti fin dal brodo primordiale di internet. Ho aperto il mio primo blog nel 2002 (3 anni prima di quello di Grillo). Nel 2007 ho creato il mio primo canale YouTube dove mettevo contenuti relativi all’informatica, poi twitter, instagram, facebook, vero (qualcuno lo conosce??), tumblr, dailypic (qualcuno se lo ricorda?), tiktok, twitch. Tutti questi canali erano legati da un fattore comune: 0 pubblico.

Perché ho 0 visitatori?

  • Hardware non adatto: i primi visualizzatori cliccano sul thumbnail del contenuto a colpo d’occhio. Un immagine sgranata non attira il visitatore, un immagine nitida sì. Anche durante lo stream, un microfono non di qualità può portare l’utente o ad essere infastidito se sono presenti disturbi sonori evidenti o a perdere interesse. L’audio è quasi più importante del video perché può capitare di distogliere lo sguardo dal video ma l’audio è sempre presente. Stessa cosa per il computer. Un computer non di qualità potrà portare ad un immagine non in alta definizione o che addirittura presenta lag evidenti. Tutti gli streamer sanno che bestia indomabile è OBS e se il computer non è prestante i problemi di streaming sono praticamente certi. Tutti questi fattori fanno sì che lo spettatore si allontani dallo stream.

  • Contenuti non interessanti: in campo di social media marketing, la prima cosa che si fa quando esce una nuova piattaforma social è monitorare le tendenze. Le tendenze fanno capire il target di persone che naviga frequentemente il portale. Perciò su YouTube troveremo i prank, le challenge, il calcio etc… Su twitch troveremo Fortnite, FIFA, League of Legends etc… Su tiktok troveremo i balletti e le scenette “comiche” (mi perdonino i comici se ho usato questo termine) etc… Quindi per quanto ci piaccia Loom, o per quanto siamo appassionati di birdwatching, dobbiamo capire che al resto della gente non glie ne frega niente, perciò probabilmente i nostri contenuti non verranno neanche consigliati alla stragrande maggioranza degli utenti.

  • Cattiva attitudine davanti alla camera: tanti comici famosi, oltre che a studiare e lavorare sodo, sono diventati grandi comici perché hanno una cosa chiamata verve comica. Tante persone hanno la comicità innata, anche se ti raccontano un funerale fanno ridere. Questo, come tante altre cose, viene dal tipo di vita che una persona ha vissuto e dal tipo di carattere che ha. Si è solito dire che il bravo comico è quello che ha sofferto, perciò ha sviluppato una specie di comicità per contrasto. Quindi alcune persone riescono ad intrattenere in maniera abbastanza naturale. Altre devono metterci una certa capacità recitativa. Altre, per la normale sfaccettatura della vita, sono terribilmente noiose per quanto provino ad intrattenere.

  • Orari sbagliati: ok avere il canale di programmazione e streamare di notte, però di solito la gente dorme. È un po’ un azzardo streamare un gioco dedicato ai ragazzi molto giovani la mattina perché probabilmente saranno a scuola (epidemie permettendo). Anche i contenuti on demand, se si sbaglia l’orario rischiano di finire inghiottiti nel turbine degli altri contenuti. Esempio: il picco di visualizzazioni su instagram avviene alle 12. Se noi postiamo una foto alle 6 di mattina, quando arriveranno le 12, il nostro post sarà in coda ad una miriade di altri post che sono stati inseriti intorno alle 12.

Tutti questi punti sono veri? Sì, ma solo in piccolissima parte. Al mondo siamo 7 miliardi (and counting) di persone differenti una dall’altra, non ce ne sono due uguali, ognuno ha i suoi gusti in fatto di intrattenimento; 7 miliardi di gusti diversi! I punti sopra citati sono solamente alcune gocce di un vastissimo oceano di motivi. Il mio hardware è inadatto? sicuramente è un fattore, ma la maggior parte (se non tutti) i content creator famosi hanno cominciato con un hardware più che scarso. Ho una cattiva attitudine davanti alla camera? Può essere, ma tanti creator con tanti spettatori neanche parlano. Sbaglio gli orari? sicuramente azzeccare gli orari è una buona mossa, ma allora gli americani? che postano in orari completamente incompatibili con noi eppure hanno tante visualizzazioni nel nostro paese?

Allora perché Neistat ha milioni di visualizzazioni e io 0? Purtroppo, quando scegliamo un portale per inserire i nostri contenuti, siamo in balia di bestie strane chiamate…

Algoritmi

Su tutti i portali di contenuti la battaglia vera si gioca nella sezione dei consigliati. Il lavoro vero del social media manager è fare in modo che i suoi contenuti vengano consigliati il più possibile agli utenti.

Su YouTube la parte importante sono i video correlati nella spalla di destra, nella home e nel player quando finisce il video. Su tiktok è la sezione “per te” appena si apre l’app. Su instagram è la scheda di ricerca dei contenuti, quando si fa tap sulla lente di ingrandimento in basso e così via.

Ma chi decide quali contenuti mettere in quelle sezioni? Gli algoritmi. Un algoritmo è una serie di regole per raggiungere un fine, è un concetto matematico. Siamo introdotti agli algoritmi fin da piccoli, quando nostra madre ci mandava a fare la spesa: “Vai dal lattaio, se ha il latte scremato lo prendi, altrimenti prendi quello intero. Se non ha neanche quello intero prendi quello a lunga conservazione”, questo è un algoritmo, nella sua semplicità.

Quindi, in base a regole impostate dagli ingegneri del servizio, gli algoritmi decidono quali contenuti mettere nelle sezioni consigliate. E quali sono queste regole? Il dettaglio tecnico lo conoscono solo gli ingegneri, ovviamente, anche perché a volte è oggetto di secretazione aziendale oppure fa cose un po’ “sporche” tipo profilare l’utente, anche se servizi tipo YouTube hanno rilasciato i dettagli e sono anche letture interessanti; però i fattori sono sempre gli stessi:

  • Costanza: saranno sempre premiati gli utenti che postano costantemente contenuti, l’utente che posta un contenuto una volta al mese difficilmente avrà visibilità. Su YouTube, ad esempio, un canale appena avviato dovrebbe postare un video al giorno, teoricamente. Ovviamente questo non si può fare, a meno che un creator non lo faccia come lavoro, perciò già un video a settimana basterebbe ma non di meno.
  • Keywords: per quanto il machine learning sia arrivato ad un buon punto non riesce ancora a “vedere” un video e capire di cosa tratti perciò bisogna inserire un titolo, una descrizione e dei tag che aiutino il più possibile il motore a catalogare il nostro video.
  • Fruizione dei contenuti: più i nostri contenuti saranno visualizzati e più il motore sarà propenso a consigliarli agli utenti. Quindi il creator dovrà anche pubblicizzare i suoi contenuti su altri social o avviando una specie di passaparola (a scuola, a lavoro etc…).

E poi c’è l’ultimo punto, ostacolo per tanti, benedizione per tanti altri:

  • La viralità: lo scopo dei portali di contenuti non è darci visibilità o farci diventare famosi, ma è trattenere l’utente sul portale il più possibile. Più l’utente rimane sul portale, più clicca su contenuti diversi, più pubblicità carica e più aumenta la revenue per i creator e soprattutto per il portale stesso. Quindi se facciamo un video che parla del buco nero, è molto probabile che il video di favij che parla del buco nero di Fortnite appaia prima del nostro, perché quello è un contenuto di un creator che manda spesso i suoi video in virale.

Tutto ciò che ho scritto fino ad ora, è tutto bello e tutto interessante, però manca un punto focale, il più IMPORTANTE di tutti:

Avere tanto pubblico è veramente lo scopo?

Siamo sicuri che avere 0 utenti che vedono i nostri contenuti sia veramente un male?
Questa è una cosa totalmente soggettiva perciò da ora in poi non è più un pippone tecnico ma una cosa interamente personale.
Mi è capitato spesso di cominciare a seguire content creator appena aperto il proprio canale e poi vederli diventare molto grandi, ad esempio mi è successo con Markiplier. La cosa che ho notato è che nessuno di questi ha aperto il canale con lo scopo di fare milioni di visualizzazioni, ma hanno tutti cominciato perché lo trovavano divertente.
Nella mia adolescenza suonavo la chitarra in varie band, eravamo patiti dei Dream Theater ed eravamo sempre preoccupati di non essere tecnicamente all’altezza. Un giorno, un gestore di una sala di registrazione ci disse: “si la tecnica è importante, però la cosa più importante di tutte è divertirsi. Se tu ti diverti il pubblico lo percepisce e si diverte pure lui. Se tu sei tecnicamente un fenomeno ma sali sul palco a fare il compitino la gente si annoia.”.
Questa cosa, oltre a farmi capire perché i Dragon Force mi facevano cagare, mi fece anche capire che l’importante è divertirsi. Ora, non è che al pubblico glie ne freghi niente di vedere uno che si diverte, ma quando ti diverti il pubblico si sente più coinvolto; un po’ come quando, in un evento sociale, un gruppo di persone stanno scherzando e ridendo, la gente è più portata a introdursi nella conversazione.

Questo è il motivo perché il trash sui social fa tanti spettatori: perché diverte.

Quindi tu perché fai streaming e video?

E qui veniamo allo scopo dell’articolo. Anche io tempo fa ero frustrato dal fatto di avere 0 spettatori ma poi ho capito che poteva essere una cosa buona.
A volte capita che vorrei studiare delle cose: tecnologie nuove, cybersecurity etc… ma poi arrivo a casa e mi dico: “vabbè, oggi magari no, casomai lo faccio domani” e alla fine non lo faccio più. Se invece mi impongo di fare una diretta o un video, in qualche modo mi spingo a farlo. Alla fine comunque nessuno vedrà la diretta o il video ma io avrò imparato cose in più. Tra l’altro avrò a disposizione i video quando vorrò rivederli per ripassare l’argomento.
Anche per i videogiochi, quando voglio giocare comunque gioco, non mi costa niente avviare lo stream anche perché, finito lo stream o il video, il contenuto sarà disponibile per la visione allo spettatore più importante: me stesso.
Il fatto di avere 0 visualizzatori può essere buono perché in questo modo nessuno rompe le scatole e non sono costretto a fare il Carlo Conti della situazione per intrattenere, senza avere paura di perdere pubblico.
Fare streaming e video mi aiuta ad esprimermi, non intendo in senso artistico ma proprio letterale. Come è vero che quando usi solo la tastiera per tanto tempo poi ti rimane più difficile scrivere a penna, è anche vero che quando parli poco con la gente dopo tanto tempo perdi un po’ la dialettica.
Ho notato anche che, dopo tanto tempo chiuso nella mente, quando si tratta di esprimere un concetto o fare un discorso a voce, rimane difficile mettere in ordine i pensieri. In questo modo invece si mantiene l’allenamento nel parlare.

Streamare o fare video a 0 spettatori può aiutare nel lavoro?

Storytime: io faccio contenuti dal 2007, come ho detto, senza nessun spettatore. Sono passato dai tempi in cui bastava la webcam a 140p del computer (e io ero tecnologico perché registravo anche lo schermo del pc), fino ad ora dove i creator hanno la stessa attrezzatura usata per girare Guerre Stellari (e non sto scherzado! Guardate come gira i video Marques Brown Lee). Quindi ho passato tanto tempo a provare i vari setup, i vari strumenti ed a cercare varie idee per creare contenuti con la maggiore qualità possibile.
Estate 2020, entra un lavoro in cui ci chiedono di creare un setup per delle presentazioni a distanza. Il tutto era per via del COVID-19 perciò era da fare con tempi strettissimi. Come il capo mi ha spiegato l’esigenza istintivamente mi sono subito figurato il setup: capture card che acquisisce quello che deve acquisire, microfoni per l’audio, OBS che miscela tutto con script python che tira i fili.
Quindi, è vero che in tutti questi anni non ho avuto nessun riscontro sulle piattaforme ne a livello di utenti ne tantomeno a livello monetario, però mi sono creato una competenza che ho potuto utilizzare in ambito lavorativo.

Quindi che faccio?

Continua a streamare, continua a fare video. Arriveranno un milione di spettatori? Ottimo! Non ne arriverà nessuno? Ottimo lo stesso! Col tempo acquisirai una professionalità che potrai riutilizzare anche lavorativamente, per te o per altre persone. Se non farai milioni di visualizzazioni tu magari potrai aiutare una persona che potrà farlo o che semplicemente vorrà aprire un canale e non sa come farlo.
Sei un po’ impacciato? Ti aiuterà a scioglierti.
Sei timido? Ti aiuterà a prendere confidenza.
Ti aiuterà anche a gestire una situazione in cui sei solo tu a dover tirare avanti lo “show”.
Avrai un archivio di tuoi video che, negli anni, potrai riguardare. A volte rivedo il mio video di recensione a Google Wave!
Ti aiuterà anche a sentirti in compagnia in un certo modo.

E poi non sai mai come potrà evolvere la cosa; ricordati che il botto grosso non l’ha mai sentito arrivare nessuno.

Author

Daniele Argento

Posted on

2021-03-11

Updated on

2023-09-20

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